Giugno: Pioppo

Sono definiti come Pioppi una trentina di tipi diversi di piante della famiglia delle Salicacee, indicati come genere col nome di Populus. I Pioppi sono alberi legati ai suoli umidi o paludosi, alle sponde dei corsi d’acqua, quindi condividono l’ambiente e alcune caratteristiche con le Betulle e gli Ontani.

Il legno del pioppo era molto conosciuto nell’Europa antica ed era frequentemente usato per farne scudi da combattimento poiché leggero e resistente, ma allo stesso tempo elastico: i colpi delle vecchie spade rimbalzavano su di esso senza sfondarlo. Ma il sospetto è che i nostri antenati conoscessero molto di più delle sue semplici caratteristiche materiali. Infatti il Pioppo rappresentava la resistenza e lo scudo psicologico ed è presente col nome di Aspen anche nei fiori di Bach, per aiutare a vincere la paura ed infondere coraggio: non a caso era l’albero preferito da Ercole che, secondo la leggenda, ne faceva una corona di rami e foglie da porre sul capo.

Nella mitologia greca il Pioppo era l’albero di Persefone, dea dell’oltretomba, e nel medioevo faceva parte della lista degli alberi maledetti, assieme  all’Ontano e all’Olmo, poiché usato per costruire i patiboli dove venivano giustiziati i condannati a morte. 

I romani lo apprezzavano molto ed infatti il nome scientifico è Populus, “popolo” in latino, poiché li piantavano nei grandi spazi pubblici: ecco forse la probabile origine del nome di Piazza del Popolo a Roma. 

Il nome dialettale del Pioppo è Talpon, ma un tempo era chiamato anche l’Albera, al femminile.

I tronchi di pioppo, leggeri ma molto resistenti sia al peso che agli incendi, erano molto usati nei tetti e finirono poi per essere relegati per lo più ai tetti dei fienili.

Tra i vari tipi si possono citare i più conosciuti e diffusi e cioè il Pioppo bianco, il Pioppo nero, il Pioppo tremulo e il Pioppo cipressino. 

Il Pioppo nero è abbastanza comune lungo le rive di laghi e fiumi e può raggiungere anche i 25/30 metri d’altezza. Le sue foglie, triangolari o a forma di cuore, ondeggiano tutte insieme alla brezza anche leggera, producendo un rumore particolare, come di acqua che scorre o di brusio di folla. 

 

Le gemme sono appiccicose e ricche di olii essenziali e resine, da cui le api riescono a produrre la propoli, una sostanza per sigillare tutte le fessure negli alveari. 

 

Ma la propoli è una medicina che ha aiutato l’uomo fin dalla preistoria come antibiotico, disinfettante dell’apparato respiratorio, cicatrizzante. Dovremmo reimparare a farne ricorso più spesso prima di arrivare ai medicinali chimici di sintesi, spesso determinanti per risolvere problemi di salute anche gravi, ma che possono perdere di efficacia se ingeriti troppo frequentemente.

Dalle gemme del Pioppo nero si ricava anche l’unguento populeo, una volta molto usato per le infiammazioni cutanee e le emorroidi, ma ormai relegato ai farmaci veterinari, cioè solo per gli animali. Un altro uso del passato del Pioppo nero è stato quello della corteccia, ricca di tannino, al posto del chinino, come antimalarico. Ci siamo completamente dimenticati di quanto sia stato grave il problema della malaria, causata dalle zanzare e che ha provocato un gran numero di morti non solo in pianura, ma anche fino al lago di S. Croce, in Alpago.
I semi del Pioppo nero sono trasportati dal vento poiché sono circondati da una specie di batuffolo di cotone, con cui si facevano vari tipi di imbottiture.

Dal Pioppo nero è stata ottenuta qualche secolo fa, tramite incroci, una varietà (quindi non una specie a sé) dalla forma allungata che ricorda il Cipresso, da cui il nome di Pioppo cipressino, piantato su strade e viali o come pianta ornamentale.

Il Pioppo bianco, che può raggiungere i 40 metri di altezza, è uno degli alberi più caratteristici di tutta la Pianura Padana ed il suo nome è dovuto sia alla candida corteccia che al colore della  pagina inferiore delle foglie. A primavera, con la fioritura, diffonde una grande quantità di lanugine bianca che vola leggera nell’aria e che normalmente si dice possa provocare allergie più o meno gravi, ma è tutto da verificare. Infatti la lanugine, così come i pollini, intercettano nei loro voli tutte le sostanze chimiche, tossiche e dannose per la nostra salute che noi moderni liberiamo incoscientemente nell’ambiente. Succede che poi ci lamentiamo per questi disagi come fossero causati dalle piante, non ricordandoci che una volta, quando l’aria era molto più pulita di adesso, i casi di allergie erano abbastanza rari. 

Il Pioppo tremulo non supera i 20/25 metri di altezza e con tronchi di diametro minore rispetto agli altri Pioppi cugini, riesce a crescere in montagna, sia nelle Alpi che negli Appennini fino a quote di 1600/1800 metri: essendo molto robusto è usato per consolidare le frane. Il suo nome deriva dalla caratteristica di ondeggiare ancora più energicamente ad ogni più piccolo moto dell’aria.

pioppo foglie

Si è scoperto che quello che  era erroneamente ritenuto un boschetto formato tutto da Pioppo tremulo americano, nello stato dell’Utah, è in realtà un solo individuo, un’unica grande radice lo dimostra, con un’età di almeno 80.000 anni, diventando così l’albero vivente più vecchio del mondo finora conosciuto!

Per concludere, condividiamo una poesia di Giosuè Carducci e una di Luciano Cecchinel.

Da Rime nuove 
di Giosuè Carducci

 

[...]
Oh largo su gli alti argini del fiume
Risplender rosso de l’estiva sera!
Oh palpitante de la luna al lume
Tenero verdeggiar di primavera!

Quando i pioppi contemplano le stelle
Innamorati con lungo sospir,
Ed un lontano suon di romanelle
Viene da’ canapai lento a morir!....

Allor che agosto cada, o Severino,
E chiamin l’acqua le rane canore,
Noi tornerem poeti a l’Alberino,
Tutti solinghi in bei pensier d’amore;

Ed a’ tuoi pioppi ne le notti chete
Noi chiederem con desiosa fe’:
— O alti pioppi che tutto vedete,
Ditene dunque: Biancofiore ov’è?

Siede in riva a un bel fiume? o il colle varca
Tessendo al capo un cerchio agil di fiori?
O dentro una sestina del Petrarca
Beata ride i nostri vani amori? —

Luciano Cecchinel 
Versione originale

 

Susuro de travers

Coltrine de talpon

Sovègner de preghiera

Desmisiase de sonc

Traduzione italiana

 

Sussurro di traverso

Coltri di pioppo

Ricordarsi di preghiera

Risvegliarsi di sogno

Articolo a cura di Toio de Savorgnani

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