Settembre: Castagno

 

Il Castagno è un parente stretto del Faggio e della Quercia, appartenendo come loro alla famiglia delle Fagacee e raggiungendo le stesse grandi dimensioni di anche 30 metri d’altezza. Può diventare però molto più vecchio di loro, superando anche i 1000 anni, come il Castagno della Nave, a Mascalli, alle pendici dell’Etna.

Pur esistendo delle specie giapponesi, cinesi o americane, quella più comune è Castanea sativa diffusa in tutta l’Europa e la sua origine è dubbia: una teoria lo da proveniente dal Caucaso, mentre un’altra lo farebbe originario addirittura dall’Himalaya.

Di sicuro ha sempre seguito le migrazioni umane dall’est verso l’ovest, poiché il suo frutto, la castagna appunto, è stato usato come alimento fin dal Neolitico ed è stato il sostegno alimentare tra i più importanti per tutte le popolazioni alpine e collinari fino a poche decine di anni fa.

Per poter utilizzare le castagne anche durante l’inverno, erano fatte seccare e ridotte in farina per ricavarne quello che era chiamato il pane dei poveri: in realtà il suo valore nutritivo era molto alto.

Per lungo tempo fu usato per estrarre dalla sua corteccia il tannino per la concia delle pelli, per la cui conservazione si sono poi usate sostanze chimiche molto più pericolose e tossiche, come il cromo esavalente.
L’alto contenuto di tannino e la sua durezza rendono il castagno molto resistente all’acqua, all’umidità e ai funghi. Infatti i pali di castagno sono tra i più longevi in assoluto ed anche le galee della Serenissima Repubblica di san Marco avevano molte parti in castagno.
Sempre per via del tannino, i travi e le tavole di castagno, oltre ad essere estremamente resistenti, sono meno attaccabili dal fuoco, quasi ignifughi, ed erano quindi usati nelle case di un tempo, soprattutto in montagna, quando un incendio anche di piccole proporzioni in una casa poteva mandare in fumo l’intero paese.

Come pianta medicinale è ormai poco utilizzato, mentre un tempo si usava il decotto dei fiori, anzi, delle infiorescenze, contro le diarree, sia di umani che di animali. Come astringente il decotto di legno e corteccia, si beveva o per impacchi su piaghe e ferite.   

È anche uno dei 38 fiori di Bach, essendo il castagno un albero resistente e longevo, capace di superare molte difficoltà ambientali, è usato per dare forza, fiducia e resistenza nelle difficoltà a chi ha perduto queste doti e ne ha bisogno per superare le difficoltà della vita.

Per chi non lo sapesse, i preparati a base di Fiori di Bach sono ottenuti mettendo i fiori (questo vale per tutti i 38 rimedi del dott. Bach) in un grande contenitore di vetro trasparente, contenete acqua pura di fonte e messi al sole per alcune ore, ove i fiori sono disposti ordinatamente e galleggianti. L’acqua così ottenuta racchiude, grazie all’energia solare, le caratteristiche energetiche e “caratteriali” delle piante di origine che sono in grado, per chi ci crede, di agire sul corpo materiale e sulla psiche di chi li assume, ottenendo effetti terapeutici.                                                                                                                                           

Il dott. Bach era un affermato medico londinese, chirurgo, batteriologo e ricercatore sui vaccini che, pur dopo notevoli risultati professionali ed anche economici, nel 1930 abbandonò la medicina convenzionale per andare alla ricerca di un metodo di cura che mettesse meno attenzione ai sintomi delle malattie e di più verso le persone malate e la loro emotività. Si ispirò all’omeopatia, ma volle trovare un sistema ancora più vicino al mondo naturale.

L’intuizione e la sua fiducia nelle sue personali doti di guaritore lo portò a concentrarsi sui fiori, analizzando lo stato emotivo dei pazienti e riuscendo a riviverli su se stesso, immedesimandosene e provando la loro stessa sofferenza. Cercava poi i fiori specifici che potessero alleviare quei disagi e li sperimentava su di sè.

Si ritirò a vivere in campagna, per essere più vicino al mondo naturale, non contaminato e corrotta dalle attività umane: l’Inghilterra era una potenza industriale e le grandi città erano molto inquinate. Con le sue particolari sensibilità riuscì ad isolare i 38 fiori principali che portano il suo nome ed il suo metodo, sebbene non sia ancora possibile spiegare scientificamente come funzioni, è utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo. 

 

Articolo a cura di Toio de Savorgnani

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